Daria La Ragione //
Hogarth Reynolds Turner
Valter Curzi, Carolina Brook
L’Inghilterra del Settecento è un paese in cui si concentrano grandi trasformazioni sociali, economiche e culturali che si riflettono, in primo luogo, in campo artistico. Mentre una parte dell’aristocrazia continua a guardare a modelli culturali importati dal continente, emerge un ceto borghese che incoraggia, con maggiore determinazione rispetto alla committenza tradizionale, la crescita di un’iconografia propriamente britannica.
Nel volume studiosi inglesi e italiani si confrontano intorno a tale argomento aprendo il dibattito critico al contributo offerto dall’Italia del Settecento.
Agli inquadramenti storici e culturali dell’Inghilterra, e di Londra in particolare, si unisce la disamina dello sviluppo di un linguaggio figurativo autoctono in relazione alla tradizione continentale. Da tale confronto derivano le esigenze opposte di ripresa e declinazione della cultura classicista e di distacco da essa, un dibattito che ha condizionato la maturazione dei diversi generi artistici nei quali, dalla pittura di storia, al ritratto e al paesaggio, la scuola britannica ha espresso una propria identità artistica, riconosciuta nell’Ottocento, soprattutto nell’ambito delle ricerche sul paesaggio, immagine della modernità.
Pubblicato in occasione dell’esposizione romana, il volume riunisce i saggi di Adriano Aymonino, Ilaria Miarelli Mariani, Carolina Brook, Brian Allen, Robin Simon, Pat Hardy, Martin Postle, Andrew Wilton, Valter Curzi, Sergio Marinelli, Giovanna Perini Folesani, Anna Maria Ambrosini Massari e Paolo Coen. Seguono il catalogo delle opere suddiviso in sette sezioni (Londra capitale dell’Impero britannico; Il mondo nuovo; Verso un’iconografia nazionale; L’età eroica del ritratto; Paesaggio “on the spot”: la fortuna dell’acquarello; Variazioni sul paesaggio; Guardare dentro e oltre il paesaggio: Constable e Turner), le biografie degli artisti, le schede delle opere e la bibliografia.