Marco Maraviglia //
Piero Corvo e il Vietnam visto da lui
Il 3 maggio inaugura all‘A‘Mbasciata Fragments in collaborazione con il Consolato della Repubblica Socialista del Vietnam
In uno degli spazi più affascinanti di Napoli, dal 2016 officina e trampolino di lancio di artisti emergenti, lì dove il burlesque, feste a tema e serate vintage allietano gli ospiti, Piero Corvo espone cinquanta fotografie 30x45 sul Vietnam.
Il progetto presentato da Piero Corvo fa parte di due lavori distinti sul Vietnam che riprendono l‘aspetto tradizionale del Paese e quello più moderno che è ancora in progress.
Il primo lavoro è stato esposto in occasioni non aperte al pubblico: per il Bridging Vietnam-Napoli Forum, un evento celebrativo in occasione dei cinquant‘anni di amicizia e partenariato tra Italia e Vietnam, presso il Grand Hotel Santa Lucia di Napoli e all‘Institut Français Napoli, organizzata nell‘ambito delle Giornate internazionali della Francofonia 2024.
In esposizione, e solo per tre giorni, ci sono le fotografie della prima parte, quella con gli aspetti tradizionali del Vietnam, con immagini scattate in luoghi lontani dalle grandi città e realizzate nel 2023.
Il Vietnam è una terra di mistero e bellezza, una sinfonia in continuo movimento, una finestra aperta sulla vita. Questa mostra non ha l‘intenzione di imporre una narrazione predefinita o di comunicare una storia specifica. Al contrario, invita il pubblico a esplorare i luoghi e a creare le proprie storie e interpretazioni dietro ciascuna foto. Ogni immagine esposta rappresenta un frammento della vita quotidiana nel Vietnam più tradizionale, catturato in modo autentico e spontaneo. Si tratta di istanti fugaci, gesti, sguardi e scenari urbani che possono ispirare diverse emozioni e riflessioni in ognuno di noi. Questa mostra è un invito a immergersi nella bellezza e nella complessità di un paese, non c‘è una trama predeterminata da seguire, ma piuttosto una tela aperta su cui dipingere la propria immaginazione.
- Piero Corvo
Fu una “sporca guerra” quella in Vietnam, durata venti anni e che terminò ufficialmente nel 1973. Di fatto nel ‘75.
Non è che le altre guerre siano “pulite”, ma oltre un milione e mezzo di vietnamiti morti, senza contare le vittime degli eserciti che si schierarono, fanno bene intendere la portata di quell‘incubo che coinvolse emotivamente l‘opinione pubblica occidentale. E ricordiamo tutti la foto di Nick Ut che ritraeva la bambina scottata dal napalm mentre correva e che fece il giro del mondo alimentando l‘indignazione internazionale.
Probabilmente fu l‘unico periodo in cui decine di artisti si schierarono contro una guerra generando le cosiddette canzoni di protesta. Da Bob Dylan a Jim Morrison, da Crosby Still Nash & Young ai Deep Purple, Joan Baez, John Lennon, Arlo Guthrie e altri ancora.
La versione teatrale di Hair nel ‘67 raccontava il dramma dei ragazzi americani, pacifisti e impauriti dall‘arruolamento.
Make love not war, fate l‘amore non fate la guerra era il claim nato negli anni ‘60. E quando tutto finì, il cinema iniziò a raccontare gli effetti devastanti che provocò sotto il profilo sociale, umano, psico-fisico: Tornando a casa, Il cacciatore, Taxi driver, Rambo… ma anche film indipendenti politically incorrect che trasversalmente erano metafore della sistematica distruzione dei villaggi vietnamiti come Soldato blu o Piccolo grande uomo, entrambi del 1970.
Ma qui non stiamo a rimuginare sugli orrori storici causati dall‘uomo. Il Vietnam si è rialzato. Risorge dalle ceneri come l‘Araba Fenice. Oggi è uno Stato economicamente aperto ai mercati di tutto il mondo con grandi abilità diplomatiche ed è considerato quindi una delle principali “tigri asiatiche”.
All‘inaugurazione sarà presente il Console che probabilmente potrà raccontarci nuovi e piacevoli aspetti del Vietnam illustrando il progetto fotografico e per promuovere il turismo in Vietnam.
Le fotografie di Piero Corvo non le ho viste tutte perché, come già scritto, sono inedite. La mostra sarà l‘occasione giusta per farsi raccontare il suo viaggio.
Perché mi piace respirare l‘odore del Vietnam nella sua veste contemporanea alla sera osservandone le foto all‘A‘Mbasciata.
Bio
Piero Corvo, è nato a Napoli nel 1996.
Pur lavorando come Partnership Manager nel reparto marketing di un brand di moda streetwear, la fotografia rappresenta per lui il centro del mondo attorno al quale ruota tutta la sua esistenza.
Appassionato di fotografia documentaristica e reportage, raccontare una storia attraverso le immagini o per il suo lavoro, lo fa sentire in sintonia con la sua vita.
Coltiva da sempre l‘amore per il cinema che è stato l‘imprinting fondamentale per avvicinarsi alla fotografia.
Autore di progetti fotografici come un reportage ad Hebron in Palestina esposto in diverse mostre.
Sul sito raccoglie i suoi lavori improntati principalmente sull’aspetto umano.
Fragments, una mostra fotografica sul Vietnam
di Piero Corvo
3-4-5 Maggio 2024
Vernissage venerdì 3 maggio ore 21.00
Luogo: A‘mbasciata – Via Benedetto Croce, 19 – Napoli