Marco Maraviglia //
Archivi fotografici aperti per tutti
La IX edizione di Archivi Aperti, un‘iniziativa di Rete Fotografia
Rete Fotografia ha organizzato la IX edizione di Archivi Aperti che si svolge dal 13 al 22 ottobre 2023 in numerose città italiane. La manifestazione si rivolge a un pubblico non solo specialistico e coinvolge archivi fotografici storici e contemporanei pubblici e privati, istituzioni note e realtà conosciute solo territorialmente, dal nord al sud della penisola.
La nuova edizione, dal titolo Gli archivi dei fotografi italiani: un patrimonio da valorizzare, ha lo scopo di portare all‘attenzione del pubblico un tema sempre più attuale e di grande interesse sia per i fotografi, sempre più consapevoli del valore del loro lavoro, sia per gli stessi enti di conservazione e le istituzioni pubbliche.
Ma cosa sono gli archivi fotografici? Chi li allestisce e come? Ma, innanzitutto, a cosa servono?
Non esisterebbe l‘iniziativa Archivi Aperti se non ci ponessimo domande del genere.
Il patrimonio dell‘umanità non è fatto solo di paesaggio, beni storico-culturali. Il mondo si trasforma e la sua catalogazione serve a tenere traccia di quel che è stata l‘umanità. Come esistono i libri di storia, storia dell‘arte, filosofia e quant‘altro custoditi e catalogati nelle biblioteche, come esistono emeroteche, video-archivi e cineteche, esistono gli archivi fotografici.
Si tratta di avere l‘opportunità, attraverso il materiale presente negli archivi fotografici, di osservare visivamente le nostre radici, gli eventi che abbiamo vissuto, attraversato e che hanno determinato cambiamenti socio-tecno-culturali. Aiutano a comprendere dove eravamo, dove siamo, dove stiamo andando.
Non è raro, ad esempio, che scenografi e costumisti di produzioni cinematografiche consultino archivi fotografici per risalire a dettagli d‘epoca da ricostruire.
In assenza, di archivi fotografici, di tracce visive, è come essere orfani di genitori. Senza una propria identità. Un gap che si ripercuoterebbe anche sulla nostra sfera psicologica. Un edificio senza fondazioni è impossibile tenerlo sospeso nel vuoto. La fotografia fa parte delle nostre fondazioni, racconta le nostre storie.
Un popolo senza la conoscenza della propria storia, origine e cultura è come un albero senza radici
- Marcus Garvey
Un fotografo che infila tutte le foto negli hard disk senza criteri, non ha un archivio fotografico ma uno “stanzino” dove ha accumulato di tutto e, al momento che gli occorre qualcosa, riuscirà a trovare solo lui ciò che cerca. Forse. E i posteri saranno invece belli e fregati.
Vale lo stesso per chi ha pellicole o lastre conservate nelle veline e in scatole. Senza nemmeno una data di riferimento.
Ma non è soltanto la data che fa l‘archivio.
Ogni foto andrebbe catalogata con una serie di parole chiave. E quanti più riferimenti descrittivi si danno alle immagini, maggiori saranno le possibilità di ritrovare quelle che servono al momento opportuno.
Per una ricerca filologica, storica, atropologica, urbanistica, paesaggistica, sociale e così via.
Fino a prima del digitale si usavano schedari cartacei. Su ogni scheda si scriveva il numero che si dava anche alla pellicola e relativo provino a contatto, il titolo del servizio fotografico/argomento e poi il nome del soggetto presente in ogni singolo fotogramma ed eventualmente altri dettagli come luogo, descrizione della scena e altri elementi presenti in quello scatto.
Con l‘avvento delle tecnologie digitali sono entrati nel mercato diversi software per l‘archiviazione fotografica. Alcuni predisposti come “client/server”, ovvero con la possibilità di gestire l‘archivio da remoto: contemporaneamente più fotografi contribuiscono alla crescita dell‘archivio pur trovandosi in luoghi differenti. Effettuando upload dei file fotografici e l‘inserimento dei tag giusti per la ricerca secondo un thesaurus prestabilito. Un po‘ come funzionano le agenzie di stock online. Alcuni di questi archivi digitali sono adattati anche per ricerche booleane come per un catalogo bibliotecario nazionale o per una ricerca su Google.
Alcuni enti hanno preferito farsi programmare ad hoc tali software. Perché il problema è sempre quello dell‘obsolescenza: cambiano i sistemi operativi per i computer e i vecchi software non potrebbero più girare sui nuovi SO.
Qualcuno ha economizzato catalogando il proprio archivio usando un semplice documento in Word con più colonne: n° hard disk, n° cartella, evento, soggetto principale, nome personaggio, data, luogo… Basta poi inserire la parola chiave nel campo di ricerca del documento per trovare tutti i file corrispondenti. Senza però le anteprime delle immagini. Una soluzione rudimentale ma economica.
Archivi Aperti è un‘operazione che intende far conoscere l‘importanza della presenza degli archivi fotografici qui accennata, la loro tutela, l‘accessibilità per studi e ricerche, sensibilizzando gli stessi fotografi affinché il loro patrimonio possa essere fruibile e conosciuto da tutti. Alcuni fotografi presenteranno le scelte operate per la valorizzazione del proprio archivio.
Convegni, tavole rotonde, visite in loco presso 65 archivi sparsi su tutta la penisola di cui 24 in più rispetto alla precedente edizione. Alcuni consultabili online.
Tra gli Istituti e le associazioni presenti si citano l‘Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD); MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo; Soprintendenza Archivistica e Bibliografia della Lombardia; AitArt - Associazione Italiana Archivi d‘Artista; Società Italiana per lo Studio della Fotografia – SISF. Per gli Archivi dei fotografi ci saranno, tra gli altri, quelli di Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Mario Cresci, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Lelli & Masotti e la Fondazione Nino Migliori.
L‘appuntamento conclusivo - presso la sede milanese di Fondazione AEM, domenica 22 ottobre 2023 alle ore 17 – partirà dalle considerazioni emerse durante l‘incontro di apertura per riflettere su tutta la manifestazione. Diversi gli autori coinvolti grazie alla collaborazione di TAU Visual - Associazione Nazionale Fotografi Professionisti, AFIP International - Associazione Fotografi Professionisti e GRIN - Gruppo Redattori Iconografici Nazionale, soci di Rete Fotografia.
INFO:
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Ufficio stampa | Alessandra Pozzi Tel. +39 338.5965789, press@alessandrapozzi.com
Foto di copertina: “I fotografi del servizio interno del Corriere della Sera”
Franco Gremignani, 1963
Archivio storico Fondazione Corriere della Sera