Marco Maraviglia //
Guido Giannini, un arzillo fotografo 92enne in mostra
Poesia e ironia di un osservatore. La street photography ante litteram. Visioni paradossali e irrazionali di una realtà sfuggente
Chi è Guido Giannini
Classe 1930. Fisico asciutto. Capelli lisci, folti e bianchi. Un bastone nodoso che sembra usare solo per darsi un tono da vecchietto o forse per esigere il dovuto rispetto. Perché sale le scale e si alza da una sedia in maniera scattante. Orecchie lunghe che denotano una lunga vita. Guido Giannini si incontra spesso per Napoli, mentre macina chilometri a piedi perché ha sempre qualcosa da fare. Nella metro non si siede. Parlantina veloce. Una lucidità mentale da fare invidia a tanti. Occhiali che non nascondono gli occhi vispi e scrutatori come quelli di un eterno bambino curioso di quel che gli accade intorno.
«Cerchi qualcosa? Hai bisogno di qualcosa?», mi chiede mentre osservo le sue foto. Eppure ero convinto che stesse guardando in altra direzione. Deformazione professionale. Un attento fotografo è come un gatto: guarda avanti a sé ma ha il perfetto controllo di quello che gli accade intorno. E con grande generosità non si risparmia nel raccontare aneddoti ed esperienze vissute mentre mostra i suoi libri pubblicati. A volte sembra scontroso ma è, semplicemente, sinceramente diretto. Senza sovrastrutture. Senza formalismi ipocriti. Essenziale.
Guido Giannini è l’uomo del 50 mm, l’obiettivo preferito da Bresson. La focale più prossima a quella del campo visivo dell’occhio umano. Non ha mai usato zoom o grandangoli. Il suo modo di raccontare fotograficamente è sempre stato quello di essere vicino all’azione. Girare intorno al soggetto, avvicinandosi, allontanandosi. Rendendosi invisibile e veloce col suo colpo d’occhio che è la base dei suoi scatti.
"Se le tue foto non sono buone, vuol dire che non eri abbastanza vicino”
- Robert Capa
Dal comunicato stampa
Guido Giannini nizia a fotografare negli anni ‘50. La rivista Il Mondo pubblica alcune sue foto tra il 1961 e il 1962: «La mia prima foto – racconta - venne pubblicata da Il Mondo diretto da Mario Pannunzio, era il 19 dicembre del 1961. Avevo già trentuno anni. Era l'immagine di una donna anziana che suonava il violino davanti alle vetrine della Rinascente di Napoli. Era vestita tutta di nero, con un borsone vuoto che le pendeva dal braccio e sosteneva il violino».
Per circa quindici anni si dedica ad altre attività. Riprende a fotografare nel 1976 collaborando con varie testate: il Manifesto, la Repubblica, l’Unità, Qui Touring ed altre testate locali e nazionali. È stato redattore fotografico del periodico NdR.
Giannini, oggi 92enne, ha tenuto numerose mostre personali in tutta Italia e all’estero. Le sue opere sono state esposte da Roma a Milano fino alla Cina. Tra i personaggi noti fotografati da Giannini il premio Strega Raffaele La Capria, Fabrizia Ramondino, Bruno Munari e Goffredo Fofi.
L’ironia del mondo fotografico di Giannini
Ma che tipo di fotografo è Guido Giannini?
Un osservatore. Un registratore di centesimi di secondo della varia umanità. Un’umanità con le sue manie, contraddizioni e fobie. Emozioni e affetti. Che normalmente ci sfugge nei suoi sottili toni irrazionali ma che Giannini riesce a cogliere.
Un folklore totale che abbraccia istanti in maniera minimalista ma che, messi insieme, restituiscono l’atmosfera di un mondo pulsante, vivo. Perché non sono immagini tratte dai film di Luis Buñuel o di Fellini ma è tutto vero.
Con fotografie che, dagli anni ’50, attraversano e illustrano la trasformazione sociale e urbanistica di Napoli.
E quell’occhio curioso e vispo di Giannini coglie spesso l’ironia della scena. Un clochard che passa davanti a una vetrina di abbigliamento chic con l’insegna “Protagonista”. Un ambulante seduto chino sulla sua fisarmonica e da un manifesto un volto opulento e sardonico lo osserva mentre addenta una coscia di pollo. Un cane seduto davanti a un furgone aperto che osserva un mezzo pezzo di manzo appeso all’interno. Un signore seduto su una sedia con una gabbia di uccellini posata sulle ginocchia. Signora con ventaglio ferma al sole (ma perché non si è messa all’ombra? Vien da chiedersi).
Immagini paradossali che fan sorridere e riflettere allo stesso tempo. O che inteneriscono come quella della coppia abbracciata e che si bacia, poggiata su un’auto. Una delle foto più condivise e… rubate sui social.
Attraverso le sue fotografie si fa esperienza di sociologia, di storia, di cronaca, di urbanistica e di tante altre cose, tutte preziose, ma l'esperienza rivelatrice e definitiva è quella umana.
- Mario Martone
Oggi Guido Giannini verrebbe appellato come street photographer. Ma Guido non apprezza etichette. Non esulta nemmeno se lo si definisce Maestro. È l’umiltà dei grandi.
TERRA E MARE - OMAGGIO A GUIDO GIANNINI
a cura di Luciano Ferrara con la collaborazione di Zelda Giannini
Dal 6 al 20 maggio 2022
Magazzini Fotografici
Via San Giovanni in porta, 32 – 80139 Napoli
Orari di apertura
Mercoledì h16:00/h 20:00
Giovedì, venerdì e sabato
h11:00/h13:30 - h14:30/h20:00
Domenica h11:00/h14:00
PER INFORMAZIONI:
info@magazzinifotografici.it