Marco Maraviglia //
Pino Levano in mostra con Corpo Eretico/Project
Tracce di viaggi dell‘anima assediata da sacrifici, sfide e sofferenze che raggiungono il buio ma riscattandosi
Chi è Pino Levano
Pino Levano, classe 1974. Orgogliosamente di Napoli Est, «teatro di incontro e scontro fra culture diverse. La periferia come laboratorio di identità non/finite».
Da ragazzino smonta la fotocamera Kodak del padre per cercare probabilmente chissà quali segreti nascosti in quell‘oggetto. Poi, quando è ancora alle scuole medie, gli regalano una compatta analogica e inizia ad appassionarsi alla fotografia.
Si diploma al Liceo Artisico e poi si iscrive al corso di pittura dell‘Accademia di Belle Arti di Napoli dove, tra i docenti, c‘è Adachiara Zevi (figlia di Bruno) che contribuisce ad aprirgli un mondo diverso, con dinamiche creative opposte rispetto a quelle che stava seguendo in maniera più individuale e convenzionale.
Le conoscenze pittoriche lo aiuteranno poi a impostare l‘estetica per i suoi lavori fotografici a venire.
Di grande curiosità introspettiva dell‘animo umano, Pino Levano sperimenta nel corso degli anni varie tecniche espressive artistiche prima di approdare al suo ultimo lavoro: Corpo Eretico /Project.
Ricerche e sperimentazioni
Fotografia, stucchi, polveri, video, disegno, pittura, assemblaggi di materiali recuperati, manichini, sono state tutte sperimentazioni con il latente e persistente interesse della “geografia umana”, data la sua indole sensibile ed empatica.
Nel 1997 si laurea con la tesi Il cinema di Peter Greenaway – pittura, composizione, simmetria in cui analizza la filmografia dell‘artista. Incontra il britannico Greenaway in occasione di uno spettacolo al teatro Politeama che gli regala due ore di visione delle prove generali e Levano ne resta ulteriormente affascinato dalle sue contaminazioni espressive.
È il periodo in cui Pino Levano indaga l‘aspetto individuale della persona.
Studia la poetica di artisti come Francis Bacon, Lucian Freud, August Sander. Individua il corpo non come contenitore a sé ma è l‘anima che indossa il corpo.
Partecipa a due edizioni di Corto Circuito. Nel ‘97 e nel ‘98. Presente in diverse mostre collettive fino a presentare Mask of breathe, una sua personale di fotografia a colori a Lacco Ameno (Ischia).
Ad arricchire il suo background artistico è l‘esperienza di consulente designer a 360° per un‘azienda che si occupava di realizzare paramenti sacri. Un “jolly creativo” che disegnava oggetti sacri anche per il Vaticano, li fotografava occupandosi della loro comunicazione cartacea e WEB. E mi piace pensare che tra talari, candelabri, tabernacoli che disegnava, non abbia immaginato un proprio confessionale ideale. Perché adesso finalmente vi racconto quel che ho capito di Corpo Eretico /Project…
Corpo Eretico /Project
Come raccontarsi in un confessionale.
L‘esercizio dell‘empatia matura ulteriormente nelle ore di insegnamento scolastico durante le quali Pino Levano entra in contatto con chi è totalmente avulso da conoscenze artistiche. Il dialogo, detto alla Erich Fromm, è un dare e avere. Disinteressatamente e con la massima attenzione e predisposizione all‘ascolto. Ascoltando magari ciò che non viene detto tra le parole. Ascoltando le vibrazioni, il timbro, il tono della voce. Cercando di non lasciare adito alle proprie interpretazioni ma di sintetizzare e sublimare l‘essenza di una “confessione”.
Levano inizia a ideare Corpo Eretico durante la pandemia. Il contatto con una persona cara colpita da Alzheimer lo avvicina a quel concetto di “anima indossata dal corpo”. Il corpo è solo un involucro che cela un mondo spesso sconosciuto. Un libro chiuso. Da aprire per leggerlo e con una narrazione che può cambiare, trasformarsi a seconda delle vicende che accadono.
Accade, per una serie di coincidenze e connessioni interpersonali, che Pino Levano entra in contatto con persone che iniziano a raccontargli storie intime della propria vita. Storie maledette. Storie di sacrifici, di rinunce, di malesseri non sempre superati. Emarginazione, mobbing, trapiantati, tragedie familiari, desiderio di un figlio mai avuto…
Ma molte di quelle storie hanno comunque arricchito la personalità e la coscienza di chi le ha vissute. Esorcizzandole, dopo la caduta morale, spirituale, si sono rialzate.
La fantasia abbandonata dalla ragione genera mostri impossibili: unita a lei è madre delle arti e origine delle meraviglie.
- Francisco Goya in riferimento alla sua incisione “Il sonno della ragione genera mostri”
Pino Levano decide allora di ritrarre queste storie. Sì, avete letto bene: ritrarre storie. Perché non si tratta di osservare i soggetti umani nelle immagini, ma i loro abiti invisibili del vissuto interiore. Qualcosa che si può scorgere, intuire, presumere. La presenza degli oggetti di scena nelle immagini possono aiutare a comprendere il senso delle storie. Oggetti e materiali allegorici, metafore della drammaticità trapelante. Intima. Non rivelata platealmente. I segreti restano nelle immagini, la codificazione resta criptata in corpi intenzionalmente derotizzati. L’osservatore è destinato a farsi domande sapendo che non avrà risposte certe se non direttamente dalla voce della persona ritratta.
Sono fotografie realizzate tutte a casa dei “confessati”. Un drappo di stoffa come fondale, poche luci preferendo spesso quella ambiente e il resto accadeva sequenzialmente durante le riprese.
E infatti è sulla sequenza che Levano pone l‘attenzione:
Non sono scatti unici ma sequenze. Riferimenti narrativi ripresi come storyboard. Indulgiare sul momento è perché si sta raccontando qualcosa di importante. I tempi dell‘azione sono prolungati perché sta avvenendo qualcosa che fa parte del tempo stesso.
- Pino Levano
Da ragazzino smontò la Kodak del padre per cercare chissà quali segreti nascosti. Adesso è custode di segreti più intimi e complessi. Senza aver smontato corpi umani ma semplicemente accogliendoli in quel suo confessionale immaginario.
Corpo Eretico / Project
Di Pino Levano
Coordinamento artistico di Gianni Biccari
FOTOARTinGarage
P.co Bognar, 21. 80078, Pozzuoli (Na)
Dal 22 ottobre all‘11 novembre 2022
Inaugurazione 22 ottobre h. 17.30