Marco Maraviglia //
Massimo Siragusa archeologo del tempo
Vuoti di memoria. Sicilia ‘43: le immagini di oggi. Una mostra extrasensoriale
A Catania c‘è un museo dedicato allo sbarco degli alleati avvenuto il 10 luglio 1943. È il Museo storico dello Sbarco in Sicilia. In questo museo c‘è lo spazio espositivo Phil Stern Pavilion che ospita 70 fotografie dello stesso Stern che documentò l‘Operazione Husky. Un vero tempio della memoria dove Massimo Siragusa espone il suo ultimo lavoro.
A cosa serve ricordare? Perché rispolverare il passato? Perché celebrare giorni della memoria? Cercare, trovare e conservare tracce del passato aiuta a migliorare il futuro? O solo per intristire i comuni mortali che non sono mai stati artefici di crimini contro i propri simili?
Massimo Siragusa in questa occasione si è messo nei panni di un archeologo del tempo. Alla ricerca dei segni ancora presenti nei luoghi della Sicilia che ricordano i giorni dello sbarco degli alleati.
E lo fa allontanandosi dal suo modo consueto e ghirriano di fare fotografia, quello di scattare in high key, al limite della sovraesposizione lasciando il punto bianco. Qui infatti, in oltre 30 fotografie in mostra, l‘occhio deve entrarci allargando la pupilla, come osservare nella penombra e nell‘ombra. Un low key che intensifica quel contesto drammatico fatto di notti insonni degli abitanti dell‘isola, di respiri affannosi di paura e fatica dei soldati immersi nell‘ascolto e nelle attese di mosse del nemico. Tra bunker, casematte, trincee e aperta campagna.
Massimo Siragusa ha creato un rapporto empatico col territorio, andando oltre il lavoro di pura documentazione. Immagini notturne che lasciano intuire la difficoltà degli spostamenti al buio dei plotoni, riprese aeree che mostrano spazi dai confini indefinibili, intonaci di muri blindati ma erosi dal tempo. E la costa, il mare, sempre implacabilmente in movimento come lo era nel 1943.
Come se esso non fosse stato scalfito dai rumori ed esplosioni delle armi e il suo suono che rintuzza sulla battigia sembra volerci raccontare che la sua grandezza non fa guerre ma ci rimanda urla nel silenzio.
A implementare questa mostra, sono i suoni digitali prodotti dal sound artist Michele Spadaro con la sua opera Reflection in Time creata per l‘occasione.
Reflection in Time, esplora le conseguenze acustiche della riverberazione all‘interno di un particolare luogo, i bunker della seconda guerra mondiale situati lungo la costa sud-orientale della Sicilia.
Il risultato è ottenuto utilizzando un approccio noto come misurazione della risposta agli impulsi, che consente lo sviluppo di una mappa delle prestazioni acustiche di un luogo, che può poi essere utilizzata a livello statistico o, come nel caso di questa ricerca, per ricreare digitalmente l‘effetto del suono in una determinata posizione nello spazio. Queste misurazioni vengono quindi impiegate per generare due scenari sonori differenti e in antitesi, che avvengono nello stesso luogo: quello originale, che mira a raffigurare l‘acustica drammatica dovuta all‘utilizzo primario dello spazio; e quello contemporaneo, che esprime un‘esperienza acustica che persiste in condizioni opposte.
- Dal comunicato stampa
Non è una mostra in senso lato, ma un‘opera extrasensoriale. Il pubblico proverà senz‘altro emozioni torbide, cupe, avvertendo il dramma di situazioni belliche.
L‘ambasciatore tedesco Otto Abetz, osservando il Guernica di Picasso:
«Avete fatto voi questo orrore, maestro?»
Pablo Picasso rispose:
«No, è opera vostra!»
Se non ci fosse stato il nazismo non avremmo avuto nemmeno questa mostra di Massimo Siragusa con i suoni di Michele Spadaro che ci ricordano la II guerra mondiale.
Ma probabilmente conoscere gli orrori del passato non serve. Perché ancora oggi esistono guerre. Documentare, reinterpretare, materializzare segni del passato forse può servire da scherno ai “Masters of war”, come direbbe Bob Dylan. Ma noi non ci auguriamo come Dylan di poter seguire un giorno le loro bare, ci basterebbe non seguire più quelle delle vittime innocenti.
GLI ARTISTI
Massimo Siragusa (Catania, 1958) vive a Roma dove insegna allo IED. Ha esposto in numerosi musei e gallerie in Italia e all‘estero, tra cui Polka Galerie a Parigi, Forma Galleria di Milano, Museo di Roma in Trastevere, Auditorium Parco della Musica di Roma, Galleria del Credito Valtellinese di Firenze, Centro di Fotografia nell‘Isola di Tenerife, Coalface Gallery di Genk e Photo Vernissage Manege di San Pietroburgo. In campo pubblicitario, ha firmato numerose campagne per diverse aziende. Ha vinto quattro World Press Photo e pubblicato vari libri tra cui Il Cerchio Magico, Credi, Solo in Italia e Bologna.
Michele Spadaro (Catania, 1994), sound artist, inizia la sua esperienza suonando musica, per poi svilupparla nella comprensione della tecnologia audio. Per acquisire le conoscenze e le competenze desiderate, completa un corso di diploma in Produzione musicale e ingegneria del suono presso Point Blank London; un BA (Hons) in produzione audio presso l‘istituto SAE, Londra, ed è attualmente iscritto a un MMus in Sonic Arts presso la Goldsmiths University. Durante i suoi studi universitari è coinvolto in progetti che includono programmazione audio per piattaforme XR, inclusa la sua tesi: Efficient Real Time Auditory Display for Virtual Reality Experience (2016), che esplora la percezione psico-acustica dell‘udito umano.
Vuoti di memoria Sicilia ‘43: le immagini di oggi
Fotografie di Massimo Siragusa e opera sonora di Michele Spadaro
A cura di Ezio Costanzo
Phil Stern Pavilion – Museo storico dello Sbarco in Sicilia 1943 - Le Ciminiere, piazzale Rocco Chinnici, Catania
inaugurazione mercoledì 10 luglio 2024, ore 19.00
dal 10 luglio 2024
martedì – domenica, 09.00 – 15.30, ultimo ingresso. Lunedì chiuso
Informazioni: segreteria@fondazioneoelle.com
Foto di copertina:
Agira (Enna) – Cimitero Militare Canadese © Massimo Siragusa
Foto sotto:
Siracusa – Tonnara Terrauzza © Massimo Siragusa