Marco Maraviglia //
I futuri possibili di Pino Dal Gal
In esposizione 20 fotografie che immaginano futuri visionari, forse non auspicabili
Pino Dal Gal è un giovanottone veronese di 86 anni che non smette mai di stupirsi di fronte a ciò che ha innanzi alla sua fotocamera. Direi che ci sono tre età per ogni individuo: anagrafica, biologica e mentale. E l‘età mentale di Dal Gal sembra quella di un ragazzino puro. Di quelli che si pone sempre domande per scoprire il mondo. Il suo punto di vista di ciò che fotografa non è mai, quasi mai, dall‘esterno, ma dentro.
Rileva e poi rivela ciò che il soggetto che riprende vorrebbe raccontare di sé. Sposta, accantona, scavalca le sovrastrutture normalmente inviolabili e terrene dove si ferma l‘occhio umano, per insinuarsi in uno spettro invisibile di informazioni non dette, non descritte, ma percepibili. Come rallentare i battiti del cuore. Respirare lentamente. Distaccarsi da se stesso. Abbassare la soglia dei sensi per mettersi in contatto con una realtà irreale, surreale, metafisica. Immaginando di ascoltare racconti nella brezza delle energie che emanano i suoi soggetti. Senza parole ma fatti di essenze da ricostruire in significati da restituire attraverso le immagini.
Sembrerebbe una pratica mistica, stregonesca, sciamanica e forse lo è.
Immaginate di trovarvi a 86 anni. Avete visto quasi tutto della vita. Bellezza e bruttezza. Avete vissuto la parte più bella della vita italiana. A 30 anni vivevate il pieno del boom economico. Osservavate comunque con coscienza la rivoluzione cubana e la Guerra Fredda, la guerra in Vietnam, la rivoluzione studentesca e il movimento hippy. Un mondo che vi è corso dietro per 86 anni. A 50 anni avete vissuto il boom delle tv private e l‘apoteosi della pubblicità. Un mondo dove i grandi fenomeni culturali facevano a cazzotti con gli anni di piombo, il terrorismo ecc. ecc. Poi raggiungete l‘età in cui le nuove tecnologie iniziano a cambiare il mondo, i computer, internet, la fotografia digitale, gli smartphone, i riconoscimenti facciali, l‘intelligenza artificiale ma nel frattempo l‘Amazzonia viene disboscata e osservi tutte le altre le problematiche dell‘ambiente.
Ecco, a un certo punto della vita ti rendi conto di averne viste tante e immagini quel che potrebbe essere il futuro prossimo imminente e quello più lontano.
Futuri possibili ma non necessariamente auspicati.
La curiosità di un fotografo ma innanzitutto un uomo che immagina un futuro deprivato spesso della componente etica, morale e umana e quindi di un mondo depravato.
E nell‘inquietudine di un quadro apocalittico e catastrofico Dal Gal, in questo suo ultimo lavoro, presenta un “quadro” visivo della scena contemporanea che guarda al futuro, con una concreta e possibile visione che investe le persone e le cose, l‘ambiente e il paesaggio, i territori e le nostre città.
Il conflitto bellico, esteso in più parti del pianeta, la difficoltà a pensare un‘ecosostenibilità dell‘ambiente e la spersonalizzazione dell‘individuo, trovano nelle opere di Dal Gal una propria linea e idealità della rappresentazione visiva, attraverso figure e paesaggi che il fotografo veronese rilancia quale prospettiva sul mondo grazie al suo attento e profondo sguardo”.
- Enrico Gusella
È come osservare una macchina del tempo che spara cartoline dal futuro i cui destinatari sono quelli che dovrebbero salvaguardare il presente per costruire un futuro sostenibile e a misura d‘uomo.
“Cartoline” che fanno da monito. Immagini che sembrano voler anticipare paesaggi desertificati, automi ormai inservibili. Una prospettiva che Pino Dal Gal non auspica di certo ma che con il suo occhio da “sciamano” ci pone avanti affinché resti la volontà di non perdere bussola e timone per arginare i disastri planetari e la spersonalizzazione dell‘individuo.
Breve Biografia (dal comunicato stampa)
Pino Dal Gal (1936) vive e lavora a Verona.
Inizia il suo percorso fotografico con il neorealismo degli anni Cinquanta e Sessanta, conseguendo numerosi riconoscimenti e premi nazionali. Negli anni Settanta lavora ai servizi editoriali della A.Mondadori e, in seguito, apre a Verona la prima agenzia di pubblicità e marketing, attiva fino al 2008. Nella propria ricerca fotografica Dal Gal, ispirandosi al cinema di Michelangelo Antonioni ha narrato costumi e società, persone e solitudini, con i “racconti” La Mensa, Cimitero d‘auto, Alberi, ma anche noti artisti come Paloma Picasso, lo scultore spagnolo Miguel Berrocal con il quale ha avuto un lungo sodalizio e una Mostra dedicata alla Galleria Il Diaframma/MI 1972 (testo di Lanfranco Colombo), oltre all‘artista australiana Vali Myers (V.Myers Trust, Melbourne). Successivamente si focalizza su denunce sociali, come testimoniano le foto di “Chicken Story” e “La Cava”, esposte nel 1976/77 al Museo di Castelvecchio di Verona nella mostra antologica curata dal direttore Licisco Magagnato. Affascinato dalla potenza della natura ha immortalato le rocce antropomorfe di Capo Testa e pubblica il suo primo libro “Là dove parla il silenzio” (testo di Italo Zannier).
Dalla fine degli anni ‘70 è presente alla HRC Gernsheim‘s Collection di Austin (Texas) - la più importante collezione mondiale di fotografia – che nel 2013 espone all‘Hengelhorn Museen di Hildesheim in Germania nella mostra internazionale “The Birth of Photography” (curatori e catalogo Wieczorek, Claude W.Sui).
Nel 2000 a Verona, al Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri, la sua grande mostra antologica a cura di Lanfranco Colombo, Flaminio Gualdoni e Giorgio Cortenova, allora direttore della Galleria d‘Arte Moderna di Verona. Nello stesso anno pubblica il libro “Emozioni. Immagini luci e silenzi sul Po”, con una presentazione di Alberto Bevilacqua e Italo Zannier a cui segue la Mostra personale “Chicken Story”, testo di Piero Racanicchi, alla Keith De Lellis Gallery a N.Y.C. Nel 2003 presenta “Soul Shapes” Mostra personale p/ Swinger Art Gallery Verona (testo catalogo (Flaminio Gualdoni). Sue recenti mostre hanno avuto luogo al C.R.A.F di Spilimbergo “Il fiume e altri racconti” testo di Luigi Meneghelli (2018/2019); Senigallia con “Mattatoi” Fotografie di Pino Dal Gal e Mario Giacomelli” (2021) cura e testo di Simona Guerra.
Un futuro possibile. 20 fotografie
di Pino Dal Gal
Villa da Porto Barbaran
Via L. da Porto, 36050 Montorso vicentino VI
Inaugurazione venerdì 29 settembre 2023 ore 19.00
Fino al 15 ottobre