Marco Maraviglia //
Peggy Kleiber e le emozioni della vita
Per la prima volta l‘opera e l‘archivio in mostra di una fotografa svizzera autodidatta, tra foto di famiglia e viaggi nell‘Italia degli anni ‘60 e ‘70
Non era una misteriosa bambinaia che aveva i libri sullo scaffale con il dorso contro il muro e con l‘hobby della fotografia (v. Vivian Maier). Non era nemmeno la Regina Elisabetta di cui tutte le foto di famiglia che ha scattato non sapremo se riusciremo mai a vederle. E qui non si tratta nemmeno di un ritrovamento fortuito di lastre fotografiche in un mercatino e realizzate da un eccellente anonimo fotografo.
Di Peggy Kleiber si sa abbastanza della sua vita. Una vita trascorsa a immortalare i momenti felici e salienti della sua famiglia che la stessa ha voluto generosamente condividere pubblicamente il suo archivio fotografico.
Le fotografie del passato sono una preziosa memoria storica che non riguarda i fatti documentati di per sé, ma è universale, patrimonio dell‘umanità che non può non fare i conti col passato per conoscere il “come eravamo”.
Ci sono persone che preferiscono essere proiettate verso il futuro o il presente. Emotivamente non reggono la visione delle fotografie di famiglia dei tempi andati. Tendono a rimuovere i ricordi forse per non avere rimpianti, rimorsi o per non rivivere il dolore dell‘assenza dei propri cari. Non tutti hanno (avuto) la pazienza o il tempo di metabolizzare il passato esorcizzando un malessere latente che può esserci in ognuno di noi, trasformandolo in ricordi naturali da vivere con serenità. E purtroppo molti archivi fotografici di famiglia non vedranno mai la luce delle gallerie. Chissà quante belle immagini saranno disperse, dimenticate o custodite gelosamente per “rispetto della privacy” o per l‘inconsapevolezza del tesoro antropologico posseduto.
Non c‘è nessuno da condannare per questo.
Ma questa è un‘altra storia.
Due valigie cariche di negativi e stampe fotografiche ritrovate. 15.000 fotografie scattate tra la fine degli anni ‘50 e gli anni ‘90. Attimi di vita ripresi spontaneamente, senza intento commerciale/professionale e per questo si tratta di fotografie fresche, genuine, spontanee. Senza particolari sovrastrutture di impronta tecnica: è il bello di certa fotografia amatoriale, quella istintiva, realizzata con partecipazione emotiva, che restituisce la bellezza emozionale sentita da chi le scatta.
La scoperta di questo materiale arriva dopo la morte dell‘autrice, Peggy Kleiber, avvenuta nel 2015. In seguito la famiglia decide di valorizzare e rendere pubblico questo importante patrimonio rimasto a lungo nell‘oblio. Nel 2019 si pensò quindi di voler realizzare una mostra iniziando a digitalizzare una parte dei negativi ritrovati.
Peggy Kleiber cresce in una famiglia numerosa e vivace a Moutier in Svizzera. Tra le passioni della poesia, musica e letteratura, coltiva la passione per la fotografia. Non fa della fotografia una professione anche perché dalla fine degli anni ‘70 diventa insegnante, senza comunque abbandonare la Leica. La sua ricerca abbracciava la vita privata e la storia collettiva. Fotografie che sì, raccontano attimi intimi di vita familiare ma ricercava la stessa intimità ed empatia quando fotografava i luoghi che visitava nei suoi viaggi in Italia e in Europa.
In mostra ci sono 150 fotografie e una selezione delle stampe ritrovate, nei loro formati originali. Tutte scattate da Peggy Kleiber con la sua Leica M3, dotata di esposimetro sul corpo macchina. Con la bellezza dell’assenza di fotoritocco digitale: pure, così come ritrovate.
E poi c’è un video che ripercorre la riscoperta dell‘archivio attraverso i materiali inediti e filmati Super8 di famiglia.
La mostra è in due sezioni: una dedicata alla famiglia con immagini dei momenti salienti (cerimonie, nascite, compleanni, gite…) e l‘altra dedicata ai viaggi in Europa e in Italia, in particolare in Sicilia e a Roma alla quale era particolarmente legata, a partire dai primi anni ‘60. Immagini che non colsero solo la parte turistico-monumentale e artistica della città, ma con excursus nelle periferie che lasciano ricordare le storie di borgate di P. P. Pasolini.
Si tratta di entrare in una storia lunga 40 anni di un mondo che ha subìto repentine trasformazioni sociali, culturali e paesaggistiche.
Fotografie, queste di Peggy, che ci spingono a prestare attenzione alle emozioni tra le persone e alle loro sfumature nei gesti.
Qualcosa di cui abbiamo dimenticato.
Bio (dal comunicato stampa)
Nata il 25 giugno 1940 a Moutier, Peggy Kleiber cresce in un ambiente ricco di stimoli culturali, con tanti fratelli e sorelle. Peggy è la secondogenita: vivace, sensibile, curiosa e generosa. Ama la letteratura e la musica, incontra la passione per la fotografia nel 1961 ad Amburgo, frequentando la scuola Hamburger Fotoschule. Questa esperienza segna un punto di svolta nella vita di Peggy: da quel momento, la sua Leica M3 la seguirà in ogni momento, nei riti di famiglia e nelle ricorrenze, così come nei viaggi all‘estero, alla scoperta del mondo.
Dall‘inizio degli anni ‘60 viaggia in tutta Europa (Parigi, Praga, Amsterdam, Leningrado, solo per citare alcune destinazioni), dedicando una grande attenzione all‘Italia: Roma e la Sicilia sono due capitoli importanti che le permettono di sperimentare e di lasciarsi incantare da luoghi ignoti.
Per Peggy Kleiber la macchina fotografica è un modo per nascondere e rivelare, anche se stessa. Lo fa attraverso lo splendido ciclo delle foto di famiglia, racchiuse nel libro autoprodotto “Rue Neuve 44 Cronaca della vita familiare 1963-1983” e donato ai suoi parenti nel 2006. Dalla fine degli anni ‘70 in poi si dedica con passione all‘insegnamento, senza abbandonare la fotografia, che diventa un modo per ripensare a distanza di tempo all‘intreccio dei rapporti di una vita. Peggy scompare prematuramente nel 2015.
Peggy Kleiber. Tutti i giorni della vita (fotografie 1959 -1992)
a cura di Arianna Catania e Lorenzo Pallini
Museo di Roma in Trastevere
Roma, Piazza S. Egidio 1/b
19 maggio -15 ottobre 2023
Da martedì a domenica ore 10.00 - 20.00
La biglietteria chiude alle ore 19.00
Chiuso lunedì.
L‘esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e realizzata dalle associazioni culturali Marmorata169 e On Image, con la collaborazione dell‘associazione Les photographies de Peggy Kleiber. Servizi museali Zètema Progetto Cultura.