Marco Maraviglia //
Francesca Della Toffola espone all’Istituto Italiano di Fotografia con Accerchiati Incanti, come Ofelia
Autoritratti e trasparenze, tra corpo e natura, alla ricerca di una femminilità intima e onirica
Chi è Francesca Della Toffola
Nata a Montebelluna nel 1973. Laureata in Lettere moderne con una tesi su Wim Wenders, si specializza presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano. Nel 2009 pubblica il libro fotografico The black line series e nel 2018 Accerchiati incanti, grazie al quale riceve il Premio Hemingway 2018. Nel 2021 pubblica il diario della Residenza d’Artista a Villa Greppi: Apparizioni per testardi picchi. É curatrice di “Trevignano Fotografia” giunta alla XII edizione.
Tra le esposizioni personali: SpazioGalleria Heart, Vimercate; Spazio Ramedello, Ceggia; Terrazza Mare, Lignano Sabbiadoro; Galleria di Palazzo Ducale, Pavullo nel Frignano; Mia Fair 2015, Milano; Galleria Melesi, Lecco. Espone in diverse collettive in tutta Italia.
Come Ofelia
Amori impossibili. Ingannevoli. Sleali. Non corrisposti. Amori che cambiano per forza di cose. Amori che colpiscono l’umore. Amori struggenti, di quelli malati, che non costruiscono ma ti annullano. Sei corpo e mente ma inizi a scomparire. Ti annulli. Vai fuori di testa. Perdi il contatto con te stessa. Non vedi un futuro. Tutto intorno ti travolge prendendo possesso di te. Oppure vivi l’abbandono come un’esperienza che ti tempra. Ti innesca meccanismi razionali. Alzando la barricata della diffidenza. Issando muri invisibili di una frontiera al di qua della quale sei tu stessa invisibile. Smorzando femminilità e seduzione.
Ma Ofelia, di William Shakespeare, impazzisce. Un amore reciproco con Amleto interrotto però da un ripensamento di lui. Per proteggerla dalle meschine trame reali. E incoscientemente la sua vita terminò cadendo accidentalmente nel fiume.
Le sue vesti, gonfiandosi sull'acqua,
l'han sostenuta per un poco a galla,
nel mentre ch'ella, come una sirena,
cantava spunti d'antiche canzoni,
come incosciente della sua sciagura
o come una creatura d'altro regno
e familiare con quell'elemento.
Ma non per molto, perché le sue vesti
appesantite dall'acqua assorbita,
trascinaron la misera dal letto
del suo canto a una fangosa morte.
- da Ofelia; W. Shakespeare
Solo uno spunto per sandwich onirici
La letteratura è un gran serbatoio di spunti e idee per sviluppare progetti in altri campi dell’arte.
Ofelia, per Francesca Della Toffola, non è altro che uno degli ingredienti del suo progetto Accerchiati incanti. Qui abbiamo immagini che vanno oltre l’amore contorto perché è un universo femminile più ampio che parla. Contenute in un cerchio che riconduce alla forma perfetta, quella della terra o della maternità o anche della visione circolare dell’occhio umano.
Non ci sono limiti, spigoli, orizzonti che dilatano, ma un cerchio che gira su se stesso che impone una visione penetrante che vuole oltrepassare la superficie.
Una tecnica di cui Art Kane ne fu un pioniere, era quella del sandwich. Consisteva nella sovrapposizione di due o più diapositive che restituivano magiche e suggestive visioni irreali.
Le immagini di Francesca Della Toffola sono sandwich digitali, sovrapposizioni di corpo e spazi. Autoritratti che entrano in simbiosi con l’ambiente circostante. Una fusione con la natura che abbraccia e avvolge con “fili d’erba che germinano dalla pelle” e che a tratti risucchia del tutto parti di quel corpo in trasparenze che lasciano percepire comunque la loro presenza. Ciò che non era possibile realizzare con la tecnica del sandwich analogico.
Sono immagini, queste di Francesca Della Toffola, che richiamano l’iconografia di Ofelia la cui apoteosi e punto di partenza per molti altri artisti contemporanei, è rappresentata dal famoso dipinto del 1852 di John Everett.
Una ricerca iniziata nel 2010. Introspettiva. Con una chiave di lettura connessa tra la donna e la sua proiezione nell’immaginario. L’entità donna che c’è, esiste, in armonia con quel mondo bistrattato spesso dall’uomo perché con fisiologie diverse. Perché lui non vive la maternità. Non conosce il contatto con la vita che gli cresce dentro.
Francesca realizza il suo lavoro Accerchiati incanti, con i suoi autoritratti, senza narcisismo, senza desiderio di esibizione. Semplicemente per esplorare l’intimo di se stessa e quindi l’universo femminile, attraverso la natura.
L’autoritratto mi permette di entrare, di dialogare con gli spazi, di giocare con il tempo, di avere uno sguardo doppio. Dentro e fuori l’immagine.
Accerchiati incanti. Come Ofelia
di Francesca Della Toffola
Istituto Italiano di Fotografia
inserita all’interno della rassegna “Ibridazioni. Inedite contaminazioni di linguaggi visivi”, a cura di Sanni Agostinelli
Presso la IIFWALL (via Enrico Caviglia 3, Milano).
Dall’11 maggio al 7 giugno con apertura dal lunedì al venerdì,
orario 9:30-13:00 e 14:00-18:30, il sabato orario 10:00-13:00 e 14:00-17:00.