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11 / 06 / 2015
Lezione su Annie Leibovitz
Partecipazione gratuita riservata agli studenti del corso di fotografia Ilas
Annie Leibovitz è nata nel 1949, figlia di un militare, ha cominciato a fotografare fin da giovane e da subito si è fatta notare per il suo stile forte; per la sua capacità nel plasmare il soggetto e con lui costruire lo scatto, creando immagini di grande impatto; credendo fortemente che prima di tutto nelle fotografie ci dev’essere “l’idea”.
Il suo primo lavoro importante fu la tournée del 1975 con i Rolling Stones di cui l’edizione americana del Rolling Stone aveva l’esclusiva, la Leibovitz riuscì ad entrare in sintonia con la band e creare delle immagini – ormai diventate storiche – che ritraevano la vita della band. Da li l’escalation fu inarrestabile, in pochi anni arrivò a firmare contratti milionari con Vogue e scattare per prestigiose campagne pubblicitarie in tutto il mondo.
Moltissime le sue fotografie sono diventate vere e proprie icone, solo per citarne alcune: i Blues Brothers con la faccia sporca di blu, John Lennon nudo abbracciato a Yoko Ono (fotografia scattata poche ore prima della morte di Lennon), Demi Moore incinta sulla copertina di Vanity Fair.
A Photographer’s Life è una raccolta di fotografie tra il 1990 e il 2005, non raccoglie solo i lavori della fotografa americana; ma anche ricordi, istanti, momenti della sua vita privata; la sua famiglia, la nascita delle sue figlie, il suo rapporto segreto, o meglio non apertamente dichiarato, con la scrittrice americana Susan Sontag; un lavoro che non stilisticamente, ma concettualmente, ricorda Nan Goldin.
Come il suo amico e punto di riferimento Richard Avedon, Annie Leibovitz ha fotografato politici, musicisti, attori, atleti, pittori, scrittori, americani e non; ma in questo libro ci sono anche fotografie molto intime, foto di famiglia delle vacanze, feste, ma anche di dolore rappresentato dalla perdita di due persone per lei importantissime: il padre e la compagna, morti a pochi mesi di distanza dopo una lunga lotta contro la malattia che li consumati. Anni di malattia che la Leibovitz ha documentato minuziosamente ed inizialmente tenuto per se, ma poi pubblicato; un esempio di come il fotografo diventi tutt’uno con la sua macchina e le sue fotografie.
Dalla sequenza del libro emerge una sorta di doppia vita privata; da un lato la sua numerosa famiglia in vacanza e in festa; dall’altro la vita con un’intellettuale come Susan Sontag più solitaria e riflessiva.
Lo stile di Annie Leibovitz non è facilmente classificabile e riconoscibile, spesso viene associata ad immagini di grande impatto scenico, ma in realtà la fotografa passa dalla foto da studio in bianco e nero al ritratto ambientato a colori con estrema facilità; anche se a suo dire sente di dare il meglio; dove riesce ad instaurare un rapporto migliore con il soggetto vedendo la sua casa, i suoi libri, i suoi oggetti. Non a caso tra le prime foto del libro troviamo la collezione di conchiglie della Sontag, una delle prime cose che ha visto a casa sua appena conosciute in occasione di un ritratto.
I ritratti sono pieni di citazioni e riferimenti che vanno dalla scultura, al rinascimento, ai fotografi del passato; citando anche se stessa come la foto di Kate Moss e Johnny Deep che ricorda John Lennon e Yoko Ono;
La cosa che accomuna le foto di Annie Leibovitz è sempre, un’idea forte, un intuizione – perfettamente realizzata – che spesso gioca con il soggetto le forme, aspetti e i dettagli di questo; altre volte decontestualizzando i protagonisti in ambienti e travestimenti insoliti; a volte cercando di catturarne le espressioni che lo caratterizzano.