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Milano / Maestri del '600 e del '700 lombardo / Fino al 2 luglio 2006
Fino al 2 luglio 2006
Palazzo Reale presenta, fino al 2 luglio 2006, la prima grande mostra incentrata sui capolavori di scuola lombarda della collezione Koelliker, la maggior parte dei quali è ancora inedita o poco conosciuta. Infatti, nonostante la generosità del collezionista milanese, che frequentemente partecipa alle mostre in qualità di prestatore, un corpus così vasto e coerente di opere dalla sua raccolta non era mai stato presentato prima d'ora.
La mostra, curata da Francesco Frangi e Alessandro Morandotti, presenta un circoscritto nucleo di questa collezione, composto da 69 dipinti in buona parte mai esposti prima d'ora, che consente di tracciare un percorso esaustivo e nel contempo insolito attraverso due secoli di produzione pittorica entro i confini dell'odierna Lombardia.
I due studiosi, che stanno catalogando da alcuni anni il nucleo lombardo delle opere della raccolta, presentano qui, affiancati da molti altri specialisti chiamati ad offrire il loro specifico contributo allo studio delle opere, il loro diario di lavoro, che ha permesso di precisare molte attribuzioni e al contempo ha qualificato la collezione come uno dei luoghi privilegiati della città dove studiare le vicende dell'arte lombarda tra Seicento e Settecento.
Come in un ideale manuale di arte lombarda, la sequenza si articola lungo un preciso itinerario cronologico che prende avvio con la stagione borromaica di primo Seicento, testimoniata dalle tele dei suoi massimi protagonisti, come il Cerano, i Procaccini, il Morazzone, Tanzio da Varallo, il caravaggesco Giuseppe Vermiglio e soprattutto Daniele Crespi, del quale la raccolta conserva un insieme di opere di notevole rilevanza.
Un successivo capitolo è poi dedicato alla meno nota congiuntura barocca di metà secolo, rappresentata tra l'altro dalle figure di Francesco Cairo, Carlo Francesco Nuvolone, Giovan Cristoforo Storer, Giovan Battista Discepoli e dalla coeva produzione ritrattistica del bergamasco Carlo Ceresa.
Una serie di suggestivi ritratti eseguiti a Milano sullo scorcio del Seicento da Salomon Adler, Carlo Donelli detti il Vimercati e Jacob Ferdinand Voet introduce quindi alla sezione settecentesca della mostra, nella quale i ritratti dei grandi maestri della pittura della realtà bergamasca e bresciana, e cioè Fra Galgario e Giacomo Ceruti, sono posti a confronti con l'intensa vena espressiva di alcuni dei più originali interpreti della cultura tardobarocca in Lombardia, come Andrea Pozzo, Paolo Pagani e Giuseppe Antonio Petrini.
Come rivela questa rapida rassegna, la mostra presenta, accanto ad artisti già consacrati dagli studi, anche numerose personalità solo recentemente valorizzate dalla ricerca storico artistica e quasi mai segnalate, fin ad ora, nei vari contesti espositivi. Uno spazio significativo è anche garantito ad alcuni maestri anonimi di notevole qualità, come il cosiddetto Maestro della tela jeans, le cui toccanti rappresentazioni pauperistiche tardoseicentesche costituiscono un fondamentale precedente delle celebri immagini di pitocchi di Giacomo Ceruti.