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Mostre ed eventi // Pagina 201 di 231
24.06.2007 # 611

Ilas Web Editor //

Milano | Kandinsky e l'astrattismo in Italia. 1930 – 1950 | Fino al 24 giugno 2007

Fino al 24 giugno 2007

Palazzo Reale presenta, dal 10 marzo al 24 giugno 2007, la mostra Kandinsky e l'astrattismo in Italia. 1930 – 1950, curata da Luciano Caramel. L'esposizione, promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, è prodotta da Palazzo Reale in collaborazione con la Fondazione Antonio Mazzotta. Hanno contribuito all'evento anche alcune importanti realtà private come Vodafone Italia e The Westin Palace. L'11 gennaio del 1947 si apriva sempre a Palazzo Reale di Milano la grande rassegna Arte italiana e concreta: la prima grande mostra in Europa di arte astratta dopo la fine della guerra, dove Kandinsky era uno dei maestri europei presenti, accanto agli italiani Bassi, Bonini, Licini, Mazzon, Munari, Rho, Ettore Sottsass e Veronesi. L'esposizione stimolò il dibattito sull'astrattismo, che si opponeva ai realismi allora largamente fortunati in Italia. Dopo esattamente 60 anni il Comune di Milano vuole rendere omaggio con questa mostra al grande artista russo e nello stesso tempo analizzare e dimostrare i suoi forti legami con l'arte astratta in Italia tra il 1930 e il 1950. Wassily Kandinsky (Mosca 1866 - Neuilly-sur-Seine/Parigi 1944) è stato infatti un punto di riferimento fondamentale per l'arte astratta italiana degli anni Trenta (in particolare tra il 1934 e il 1935) e Quaranta (soprattutto tra il 1947 e il 1950), fino all'inizio degli anni Cinquanta, nonostante i suoi rapporti con l'Italia e l'arte italiana siano stati sporadici, così come i suoi viaggi. Per la prima volta una mostra ricostruisce questo legame attraverso uno straordinario nucleo di 42 opere di Kandinsky (oli su tela, acquarelli e pastelli) realizzate negli anni del suo insegnamento al Bauhaus, fino alla sua chiusura nel 1933, e successivamente durante il periodo parigino, fino alla sua morte nel 1944.

17.06.2007 # 645

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Milano ! Salgado - Genesi | Fino al 17 Giugno 2007

Fino al 17 Giugno 2007

La selezione delle opere, a cura di Lélia Wanick Salgado, presenta al pubblico italiano ed europeo in anteprima le immagini che Salgado ha scattato durante i pirmi 3 anni del suo lavoro. Si tratta di fotografie realizzate nelle Galápagos, nel parco Virunga del Rwanda, con le balene della Patagonia, nell' Antartico, nei deserti della Namibia, con gli indiani Alto Xingu del Mato Grosso, o i Dinkas del Sudan. Le opere, 20 e tutte, in grande formato, sono anche disponibili per la vendita. Genesi è un grande progetto fotografico che Sebastião Salgado sta portando avanti e che concluderà nei prossimi 5 anni. Queste le considerazioni che lui stesso ha voluto scrivere ad accompagnamento del progetto:?"Il mondo è in pericolo. Questo grido d'allarme è tanto frequente da essere in gran parte ignorato. Il nostro rapporto con la natura è andato perduto. Viviamo sotto la minaccia di un disastro ambientale: inconcepibili arsenali di armi nucleari possono essere utilizzati in guerre o attentati terroristici, l'agricoltura industrializzata decima gli habitat naturali, i prodotti chimici avvelenano il suolo e le falde acquifere, le foreste tropicali scompaiono. Solo nelle zone incontaminate la biodiversità è ancora florida. In questo mondo primigenio possiamo ancora capire le origini della nostra specie. È lì che cerco i volti incontaminati della natura e dell'umanità: e come siano per lungo tempo riuscite a coesistere in un equilibrio ambientale. Il mio progetto nasce dalle ricerche fotografiche dei miei precedenti libri ma nasce anche da un'iniziativa intrapresa con mia moglie, Lélia Deluiz Wanick, per riforestare 600 ettari di terra in Brasile. Ho chiamato questo progetto Genesi perché il mio obiettivo è tornare alle origini del pianeta: all'aria, all'acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita, alle specie animali che hanno resistito all'addomesticamento, alle remote tribù dagli stili di vita "primitivi" e ancora incontaminati, agli esempi esistenti di forme primigenie di insediamenti e organizzazione umani. Milano, Spazio Forma

17.06.2007 # 644

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Milano | Faccia a faccia | Fino al 17 giugno 2007

Fino al 17 Giugno 2007

In un'epoca dove veniamo bombardati da immagini patinate di florida bellezza, dove il mito dell'eterna giovinezza è a portata di mano grazie a barili di creme e colpi di scalpello, non dovrebbe sorprendere che la nuova generazione di fotografi tenti di ritrarre il volto in modi del tutto inediti. In questa mostra i curatori William A. Ewing e Nathalie Herschdorfer, annunciano la morte del ritratto convenzionale. Gli artisti presentano i loro nuovi e provocanti ritratti attraverso una vasta gamma di tecniche, comprese quelle dell'elaborazione digitale, del fotoritocco, del fotomontaggio, della ricampionatura delle immagini, utilizzando i trucchi più svariati per schermare e camuffare. Sostituendo la chiarezza con l'ambiguità, la frazione di secondo con l'eterno istante, il realismo con l'iperrealismo, questi fotografi fanno vacillare i concetti di salda identità, di volto inteso come "specchio dell'anima", di fede nell'assoluta "fedeltà" della fotografia, dell'essenza della bellezza. Per dirla con Ewing, questa ritrattistica nuova ed esaltante, che si incentra su quello che è svelato piuttosto che su quel che è nascosto, è curiosamente più vicina alla ritrattistica del XIX secolo che non a quella del XX. Che si tratti della raccolta di fotografie atipiche dei leader mondiali di Jirí David,dei disarmanti ritratti dei soldati americani di Suzanne Opton o del bellissimo "volto del 2000" di Chris Dorley-Brown, un'immagine composita formata da 2000 volti, tutte queste facce, 100 fotografie originali in tutto, reclamano la nostra attenzione. Esplorando nuove e audaci strategie di rappresentazione, gli artisti presenti in questa mostra propongono al resto del mondo dei visi a volte seducenti, a volte toccanti, altre ancora spaventosi, ma sicuramente mai scontati. In mostra, oltre alle 100 immagini, ci saranno anche due video installazioni. William A. Ewing è direttore di uno dei musei di fotografia più importanti del mondo: il Musée de l'Elysée, a Losanna, in Svizzera. Autore di oltre una dozzina di libri che trattano dei diversi aspetti della fotografia e curatore di un numero cospicuo di esposizioni internazionali sul tema del corpo e del volto. Nathalie Herschdorfer curatrice associata del Musée de l'Elysée di Losanna, è una storica dell'arte specializzata in storia della fotografia. Ha, inoltre, collaborato alla cura di numerose importanti mostre internazionali di fotografia.

17.06.2007 # 643

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Milano | Io e gli altri | Fino al 17 Giugno 2007

Fino al 17 Giugno 2007

Giovedì 19 Aprile apre al pubblico Io e gli altri, una mostra curata da Alessandra Mauro, dedicata a Elliott Erwitt, uno dei più celebrati e apprezzati fotografi contemporanei, membro storico di Magnum Photos. Si tratta di una galleria di 80 ritratti e autoritratti originali realizzati nel corso della sua lunga carriera: gente comune accanto alle grandi star della politica, dell'arte, del cinema; perché Elliott è in grado di ritrarre con la stessa sensibilità sia la vedova in gramaglie di un presidente americano assassinato che di registrare altrove un surreale ritratto di un cane colto nell'attimo di un salto. "Non mi interessano i paesaggi ma la gente. Voglio che la gente reagisca alle mie foto emotivamente e non cerebralmente. Non mi importa se dopo le mie foto vengono analizzate ma voglio che prima ci sia un contatto emotivo". Nella galleria di ritratti selezionati appositamente per Forma, inediti e classici della fotografia. Dalla famosa foto di Kruscev e Nixon che discutono a Mosca nel 1959; a quella di Marilyn Monroe sul set del film 'Gli Spostati'; da Fidel Castro all'apice della fama mondiale, con un'aria da ragazzino, a Grace Kelly radiosa e poi Marlene Dietrich, Marlon Brando e molti altri. "Molte di queste fotografie sono state scattate durante viaggi di lavoro, mentre aspettavo che venissero preparate le foto pubblicitarie o alla fine della giornata lavorativa. In altre parole, le ho fatte perché non mi piace stare senza far niente". Tra i tanti personaggi ritratti, anche lo stesso Elliott non poteva mancare e gli autoritratti che Erwitt si è scattato nel corso della sua lunga carriera puntellano la serie di immagini con un andamento ironico e a volte malinconico. Il volto dell'autore, a volte ritratto con amici, a volte da solo, a volte mascherato, a volte "camuffato", è la vera chiave di volta della mostra – il rapporto mai del tutto chiarito, mai del tutto tranquillo tra chi fotografa e chi è fotografato. Tra l'io e gli altri.

17.06.2007 # 642

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Roma | Julian Schnabel | Fino al 17 giugno 2007

Fino al 17 giugno 2007

Roma - Palazzo Venezia

"Uso qualunque strumento mi consenta di tradurre i miei impulsi in un'evidenza fisica": Questa l'affermazione di Schnabel che si pone come ideale Leitmotiv della mostra. Un evento espositivo che si prefigge di raccontare la personalità di un artista metamorfico e imprevedibile, di comunicare la forza espressiva perfino spiazzante, fluviale, epica di questa complessa figura del contemporaneo che dagli Eighties ha saputo oltrepassare il debutto del millennio con una coerenza espressiva, una potenza e una verità straordinarie e più che mai integre e vitali.

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