Daria La Ragione //
DOROTHEA LANGE - A VISUAL LIFE
a Napoli fino al 15 settembre 2016
Dorothea Lange è soprattutto nota per aver documentato per la Farm Security Administration la Grande depressione americana: le condizioni di vita nelle zone rurali degli Stati Uniti, la dolorosa povertà degli agricoltori e delle loro famiglie che si spostano di luogo in luogo in cerca di lavoro, l’abbandono delle campagne a causa delle tempeste di sabbia che avevano desertificato 400.000 km² di terreni agricoli. La sua foto Migrant Mother, scattata in California nel 1936, è diventata un’icona di quel periodo storico: una madre “senza patria” che protegge i suoi figli incarna la sofferenza di un’intera nazione.
L’umanità dei soggetti che ritrae non è mai secondaria all’esigenza di documentare la realtà. Nelle sue immagini non mette a fuoco solo la disperazione e la miseria delle persone, ma anche l’orgoglio e la dignità con cui affrontano il proprio destino. È forse questo il motivo che le rende sempre attuali.
La macchina fotografica è stata per la Lange “una grande maestra”, lo strumento attraverso il quale osservare profondamente il mondo, provando a “vivere una vita visiva”. “Bisognerebbe utilizzarla come se il giorno dopo si dovesse essere colpiti da improvvisa cecità”, usava dire.
La mostra si potrà visitare fino al 15 settembre 2016. Sarà disponibile un catalogo.
Una seconda sezione della retrospettiva The camera is a great teacher, a cura di Gennaro Matacena e Matteo Scaramella, verrà presentata sabato 11 giugno alle ore 17.30 a Castello di Postignano (Sellano, PG).
Per la prima volta in Italia, le due mostre offrono un ampio spaccato del lavoro di Dorothea Lange pioniera della fotografia documentaristica e di denuncia sociale.