Daria La Ragione //
Güler Ates - Il segreto nel silenzio
a Napoli fino al 30 Giugno 2015
Espone per la prima volta in Italia l'artista turca Güler Ates.
Il segreto nel silenzio è la personale curata dal critico Massimo Sgroi e sarà inaugurata venerdì 15 maggio alle 19 in esclusiva per la Galleria Spazio Nea. Le donne invisibili sotto i veli colorati che attraversano con la leggerezza silenziosa dei luoghi fortemente evocativi, incidono nella memoria profonda attraverso gli spendenti cromatismi della nuova visione medialica. Esse appartengono alla terra come all’infosfera; sono ragionamento oggettuale sulle pratiche di trasformazione dell’umano, risonanze di un'appartenenza alla storia così come proiezioni virtuali della natura indeterminata contemporanea.
Güler Ates attraversa i luoghi contaminando gli spazi, facendoli diventare potenti alterità della visione, universi fisici e mentali in cui il passaggio delle donne velate piega lo spazio facendole abitare il mondo. Le sue figure vivono l’alterità dello specchio laddove la topologia dell’immagine fotografica sovrappone ciò che è vicino a ciò che è lontano, l’interno e l’esterno, l’oggetto della visione ed il soggetto fino a proiettare queste contiguità all’interno della nostra stessa mente. È la forza di una evocazione straordinaria che non prescinde dalla profonda percezione sensoriale.
Per l’artista turca vale l’assunto di far divenire, attraverso il suo progetto artistico, le forme della vita meno aleatorie e transitorie pur cercando di rappresentare ciò che paradossalmente non è rappresentabile. Nel testo critico si legge: "La valenza estetica delle donne velate e dei landscape della memoria in cui sono inscritte mette in relazione, nel suo produrre sensi comunicabili, tutte le cose che entrano nel raggio della visione. L’opera finisce di essere inerte per diventare qualcosa che serve alla vita piuttosto che mero bene di consumo.L’immagine centrale delle opere di Güler Ates finisce per essere uno degli archetipi, in particolare mediterranei, che amplificano l’interazione fra persone, cose e luoghi del mondo. E proprio questo genere di versazioni affettive sono alla base di quella che noi definiamo, anche in senso più esteso, cultura; è l’oggetto dell’arte che crea, per dirla con una definizione di Durkheim, il cambiamento intorno a sé. La funzione, allora, di questo genere di opere, proprio perché presuppone memoria, attestazione di realtà (contemporanea) e creazione di un immaginario futuro, allorchè si basa su di una grande forza istintuale estetica, assolve esattamente al suo compito: quello di ri-velare, di s-velare esattamente coprendo il centro stesso dell’opera con un velo". Tutto questo fascino, questo mistero e questo silenzio sarà in mostra allo Spazionea fino al 30 giugno 2015.