Daria La Ragione //
Jannis Kounellis
a Pero (MI) fino al 25 settembre 2015
Christian Stein in collaborazione con Raussmüller Collection presenta l’opera di Jannis Kounellis nella galleria di corso Monforte a Milano e nei nuovi ampi spazi di Pero. Una selezione di alcuni lavori esemplari per porre l’accento sulle caratteristiche salienti di un’esperienza artistica che ha inciso profondamente e in modo originale sulla cultura visiva contemporanea.
Partigiano della cultura umanistica, Kounellis si è imposto sin dagli anni Sessanta con una lingua più densa e più ricca, fatta di presenze e assenze, di peso e leggerezza. Con lo sguardo spesso rivolto all’indietro, vagando tra le ombre della pittura rinascimentale e seicentesca di Masaccio, Piero della Francesca e Caravaggio, dei quali ammira la forza ideologica che diventa pittura, Kounellis ha elaborato il senso moderno del suo viaggio nell’arte. Da questo approdo in Italia nasce l’idea completamente nuova e insieme antichissima del quadro come struttura di pensiero che polarizza le tensioni culturali del proprio tempo.
Aperta all’incontro e allo scontro di reperti linguistici sempre reali, portatori di senso e di vita, l’opera di Kounellis non ha infatti mai indugiato nell’esposizione analitica e intellettualistica di un concetto o di una visione estetica e sentimentale. Aldilà della cornice, espandendosi nello spazio, immerse nella vita, come in un epos, le sue immagini accumulano e trascinano con sé tracce di altre vicende, lontane memorie e premonizioni.
Fuori dai confini intimisti delle pareti domestiche, tutto il mondo che si apre diventa la cornice dell’opera. Le cose con i lori volumi, odori, colori ne fanno la superficie, moltiplicandosi lungo una linea di proliferazione inarrestabile: ed è l’arte a portare ordine e misura, indicando una centralità della visione che dà sostegno e stabilità ma nessuna certezza. Il lavoro della pittura è in questo viaggio di ritorno che rifonda la centralità di ogni immagine nel teatro reale della comunità a cui apparteniamo insieme, artisti e spettatori.
Dice Kounellis: “Bisogna incidere dentro la carne della pittura i problemi e i dolori, sussurrare all’orecchio della gente il canto antico che spinge a riconoscere nel nuovo estremo l’ultimo tratto di un millenario accumulo; e so anche che è puerile immaginare che si possa realizzare tutto questo nel silenzio di una stanza vuota”.